Zifara

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Zifara (certi cognomi possono sembrare inventati e non lo sono; è il caso di Tararà, famiglia di pasticceri, o di Zifara (nella terra di don Lollò, proprio quello della Giara, andavo bambino a rubare ceci verdi)) [probabile refuso per Zirafa. Camilleri proporrà il cognome nelle opere successive, riportandolo alla grafia pirandelliana Zirafa: “Uno dei feriti, Nenè Zirafa, tentò di susirisi ma venne abbattuto da un colpo sparato dalla matre superiora suor Maria della Misericordia, al secolo Gudrun Schultz, una tidisca arrivata a Montelusa non si sapeva come” RG 205; “Con la coda dell’occhio, mastro Girlando vittì Lollò Zirafa, che a quello ch’era stato ammazzato a sangue friddo dalla tidisca ci veniva frati, pigliare la mira” RG 211; “Cola Zirafa, che a tavola gli stava assittato allato, notò che il picciotto pariva prioccupato, non arridiva e non aviva pititto” RPO 27; “sinni veni ccà a Fasanello senza vidiri a nisciuno, manco al signor Zirafa” RPO 32; “«Sono Filippo Zirafa» fici l’omo «del “Gazzettino Siciliano”. Ci siamo già parlati altre volte…». Zirafa era cognito per i sò articoli violenti contro ai migranti. Propio per questo stava supra ai cabasisi del commissario” ACF 101; “Allungò un vrazzo, spostò a Zirafa e ripigliò a caminare mentre quello ristava muto e strammato a taliarlo” ACF 102] GM 30.