zecchinetta
zecchinetta (lo deve pagare di faccia, come quando si gioca a z.) [gioco di carte; “lei precipitosamente, come se il nome le fosse venuto su come un singulto improvviso, disse «Zicchinetta». «Zecchinetta» tradusse subito Sposito «giuoco d’azzardo: si fa con carte siciliane…»” L. Sciascia, Il giorno della civetta (1961), in Id., Opere, vol. I Narrativa Teatro Poesia, a c. di P. Squillacioti, Milano, Adelphi, 2012, pp. 281-282; “Intorno al 1890, la lotta tra i Martinez e i Lascuda divenuta particolarmente feroce, il circolo attraversò un brutto momento: i Lascuda e la loro coda l’abbandonarono, aprirono un circolo denominato di cultura, in verità visi giocava a zecchinetta” L. Sciascia, Le parrocchie di Regalpetra (1956), in Id., Opere, vol. II Inquisizioni Memorie Saggi, a c. di P. Squillacioti, Milano, Adelphi, 2014, p. 55; “soggetti tinti, abitué delle carceri di Carrubbara, che si erano fatti i calli alle mani smazziando e spizzicando carte a zecchinetta” S. D’Arrigo, Horcynus Orca, Milano, Mondadori, 1975, p. 1042; “uno scelto campionario di lazzaroni, giocatori di zecchinetta con le mani che oltre che spizzicare le carte, non fecero mai altro, debosciati, sempre col mozzone di sigaretta in bocca, tutti allettigati e gialligni” ivi, p. 1242] BP 175.