rapportò
rapportò (gli r. Fazio; su tutto lo r.) [riferire, fare rapporto; il verbo, col significato di ‘riferire’, è già in Dante (“Ed al mondo mortal quando tu riedi, / questo rapporta” Paradiso XXI, 98; “Gli altri due punti, che, non per sapere / son dimandati, ma perch’ei rapporti / quanto questa virtù t’è in piacere” Paradiso XXV, 59); col medesimo significato anche in Boccaccio, Ariosto, Manzoni, Verga; Camilleri impiega ‘rapportare’ anche in La novella di Antonello da Palermo: “La fante, al palagio tornata, rapportò a donna Matilde de l’infermità del figlio. Donna Matilde in prima non si diè pensiero, ma venuto il giorno appresso e tornata la fante al palagio a rapportare che il giovane dal letto non erasi ancor alzato e similmente desinar non volea” NAP 23-24; “Rapportare Riferire” NAP 53] LM 237; CTL 36.