Il caso di ‘mangiari/mangiare’ in La mossa del cavallo e Riccardino
Il caso di ‘mangiari/mangiare’ in La mossa del cavallo e Riccardino
[parole chiave: ‘mangiari/mangiare’]
Il verbo ‘mangiari’ (vig.), ‘mangiare’ (it.) offre la possibilità di osservare un fenomeno che contraddice la generale tendenza alla ‘vigatesizzazione’ della lingua attuata da Camilleri nel corso del tempo.
Nel 2016, lo scrittore licenzia la seconda stesura di Riccardino, romanzo conclusivo della serie di Montalbano, scritto nel 2005 e consegnato all’editore, col patto che venisse pubblicato solo dopo la scomparsa dell’autore (verrà dato alle stampe, infatti, nel 2020); nel 2017 pubblica con l’editore Sellerio il romanzo La mossa del cavallo, apparso nel 1999 in edizione Rizzoli e riproposto, nel 2004, nel «Meridiano» Mondadori intitolato Romanzi storici e civili: per entrambe le opere, delle quali abbiamo una doppia redazione, è possibile osservare come, relativamente al lemma in esame, venga messo in atto un procedimento contrario, ovvero il passaggio dall’originario vigatese all’italiano.
Numericamente più rilevante è il caso rappresentato da Riccardino 2016, dove Camilleri sembra viaggiare in direzione ostinatamente contraria rispetto a Riccardino 2005: almeno per quanto riguarda il verbo mangiari, che tale rimane nella forma riflessiva:
“Appresso al cuscusu, fatto con oltre una decina di varietà di pisci, è, in teoria, umanamente impossibile mangiarisi autro pisci” (Riccardino, nella prima versione del 2005, in Riccardino Seguito dalla prima stesura del 2005, Sellerio, 2020 – d’ora in avanti RIC2005 –, p. 46) > “Appresso al cuscusu, che Enzo aviva priparato con chiossà di ’na decina di varietà di pisci, sarebbi, in teoria, umanamenti ’mpossibili mangiarisi autro pisci” (Riccardino, Sellerio, «La memoria», 2020 – d’ora in avanti RIC –, p. 58); “Mentre sinni stava assittato supra la verandina che aviva finuto di mangiarisi una cofana di pasta ’ncasciata lassatagli nel forno da Adelina, sonò il tilefono” RIC2005 207 > “Mentri che si nni stava assittato supra alla verandina che aviva finuto di mangiarisi ’na cofana di pasta ’ncasciata lassatagli nel forno da Adelina, sonò il tilefono” RIC 219.
‘Mangiari’ muta, invece, sistematicamente nella forma attiva, e così pure quando compare come sostantivo:
“Tra una cosa e l’autra, si fici l’ora di mangiari” RIC2005 44 > “Tra ’na cosa e l’autra, si fici l’ura di mangiare” RIC 56; “spiannosi però come mail il commissario trovava il tempo per andare a mangiari” RIC2005 44 > “spiannosi però come mai il commissario attrovava il tempo per annare a mangiare” RIC 56; “doppo che avivano finuto di mangiari” RIC2005 72 > “doppo che avivano finuto di mangiare” RIC 84; “Il colloquio col questore gli fece sbariare completamente la gana di mangiari” RIC2005 84 > “Il colloquio col questori gli fici sbariare completamenti la gana di mangiare” RIC 96; “il grosso del mangiari deve ancora viniri” RIC2005 86 > “il grosso del mangiare devi ancora arrivari” RIC 98; “rifiutò la proposta di firmarisi a mangiari” RIC2005 119 > “arrefutò la proposta di firmarisi a mangiare” RIC 131; “Conzò il tavolinetto della verandina e pigliò a mangiari” RIC2005 120 > “Conzò il tavolinetto della verandina e pigliò a mangiare” RIC 132.
Quando, invece, il verbo italiano ‘mangiare’ sia presente nella prima redazione, tale rimane nella seconda:
“L’avvocato li ha invitati a mangiare” RIC2005 57 > “L’avvocato li ha invitati a mangiare” RIC 69; “mancava squasi una mezzorata all’ora che di solito andava a mangiare da Enzo” RIC2005 112 > “mancava squasi ’na mezzorata all’ura che di solito annava a mangiare da Enzo” RIC 124; “Ma non ci va mai a mangiare quest’uomo?” RIC2005 139 > “Ma non ci va mai a mangiare ’st’omo?” RIC 151; “E io sono andato a mangiare come tutti i cristiani!” RIC2005 145 > “E io annai a mangiare come a tutti i cristiani!” RIC 157; “All’altizza del tavolo della càmmara di mangiare” RIC2005 176 > “All’altizza del tavolo della càmmara di mangiare” RIC 189; “A certe pirsone il mangiare anneglia il ciriveddro” RIC2005 201 > “A certe pirsone il mangiare anneglia il ciriveddro” RIC 213; “E poi non capita abbastanza spesso che i cacciatori non amino mangiare le loro prede?” RIC2005 206 > “E poi non capita abbastanza spesso che i cacciatori non amino mangiare le loro prede?” RIC 218; “Si vede che gli altri sorci gli davano a mangiare” RIC2005 215 > “Si vidi che l’autri surci gli davano da mangiare” RIC 228.
In La mossa del cavallo, possiamo notare un procedimento analogo.
Nell’edizione Rizzoli del romanzo (1999), troviamo la frase: “Voli ca scinno a pigliàricci qualichi cosa di mangiari?” (p. 84), confermata poi nell’edizione Mondadori (2004): “Voli ca scinno a pigliàricci qualichi cosa di mangiari?” (p. 919).
Portando il romanzo alla “sua giusta collocazione” (Nota dell’autore, in La mossa del cavallo, Sellerio, 2017, p. 256), Camilleri dichiara che tra le due precedenti edizioni esiste “una piccola differenza. Nel «Meridiano», rispetto all’edizione rizzoliana, ho dovuto operare infatti delle correzioni su un errore temporale da nessuno rilevato ma segnalato da un mio lettore genovese, che si rese conto che avevo fatto durare una giornata de La mossa del cavallo più di 48 ore” (Ibidem).
Niente ci dice, invece, su un processo variantistico intervenuto tra le due prime e la terza redazione del testo.
Ma c’è la spia rappresentata da ‘mangiari’ > ’mangiare’ a suggerire che forse dovremmo indagare sulla questione non menzionata dall’autore: “Voli ca scinno a pigliàricci qualichi cosa di mangiare?” (Sellerio, p. 89) (g.m. ottobre 2020).