’gna

’gna (gna’, gnà) [signora; “gna¹ f. […] signora, forma allocutiva con cui ci si rivolgeva a una donna […] appellativo premesso al nome, con cui ci si rivolgeva a donne di bassa condizione sociale e contadine” (Piccitto); “O che avete, gnà Pina?” G. Verga, La lupa, in Id. Tutte le novelle, Milano, Mondadori, 1957, vol. I, p. 113; “Gnà – signora, e si dice di donne di gente non agiata, tra contadine e massaie” L. Capuana, Gli «americani» di Ràbbato, Milano-Palermo-Napoli, Sandron, 1912, p. 18, v. 1; “Signa, o ’gna, o ’gnara (da signora) era prefisso anteposto, in Sicilia, al nome delle contadine. Le mogli degli artigiani usufruivano del donna (donna Maria ecc.)” G. Bonaviri, Fiabe siciliane, Milano, Mondadori, 1990, p. 61] GM 39; BP 32, 63, 64, 67, 68, 70, 90-92, 95, 104.