Si tratta di un indice onomastico, toponomastico, delle parole, delle espressioni e delle cose notevoli (anche sotto il profilo linguistico) presenti nelle opere prese in esame e indicate (con le sigle corrispondenti) nella sezione Opere di Andrea Camilleri). L’indice raccoglie vocaboli che l’Autore attinge da lingue diverse: in primo luogo dall’italiano e dal vigatese; ma la lista include anche voci appartenenti ad altri dialetti italiani e alle lingue straniere che Camilleri modifica secondo un uso siciliano in certa misura già canonizzato, o coinvolge nella sua mirabolante sfida linguistica.
La selezione dei lemmi, fondata su criteri che hanno una pretesa di obiettività, ammette, però, alcune botte di autonoma creatività derivanti dalla consapevolezza del ruolo che certi termini hanno nell’insieme dell’opera camilleriana e dell’impiego che altri autori (ad esempio Sciascia o Pirandello) ne hanno fatto: e basterebbe citare il caso dell’olivo (aulivo, ulivo) saraceno; o anche dal gusto del compilatore che alcune di queste parole, più di altre, assapora: e crede sia utile segnalarle. Senza dimenticare che esistono già strumenti utili per osservare l’attestazione di una parola nell’uso degli scrittori italiani – in primo luogo il Grande dizionario della lingua italiana (GDLI) di Salvatore Battaglia, poi diretto da Giorgio Barberi Squarotti (Torino, UTET, 1960-2002) – ai quali si rimanda.
In qualche caso, la trattazione di un lemma si amplia, accogliendo considerazioni che sembrano andare al di là della mera funzione di indicizzazione. Il lettore attento capirà che non stiamo – se è concesso dirlo ricorrendo a un’espressione brancatiana – confondendo minchie con Paternostri: anche un semplice glossario, per dar conto del significato di una parola o di un’espressione, deve tener conto delle atmosfere sociali e culturali, del clima letterario, della sequenza di autori senza la quale non sarebbe possibile comprendere, in tutte le sue variegate sfumature, la complessità e la stratificazione della lingua impiegata dal nostro Autore.
– tra parentesi tonde ( ), e senza le virgolette, sono racchiuse parole di Camilleri, comprese nel testo analizzato, che spiegano il lemma o possono aiutare a comprenderlo;
– tra parentesi quadre [ ] sono racchiuse le parole del compilatore, che spiegano, traducono, rinviano ad altro lemma o ad occorrenze del medesimo lemma in altri autori. Le parole camilleriane eventualmente citate sono chiuse tra virgolette accompagnate dall’indicazione del testo da cui sono state prese; per alcuni lemmi si è ritenuto utile anticipare le occorrenze presenti in titoli non ancora indicizzati, quando possano aiutare a chiarire il significato o propongano una differente grafia;
– i numeri delle pagine sono separati da una virgola; il trattino ‐ indica una sequenza di pagine consecutive in cui ricorre lo stesso nome o termine, ma anche il caso in cui un termine (o un’espressione) compaia alla fine della pagina, andando a capo nella successiva;
– i verbi del vigatese sono indicati a lemma così come compaiono nella prima occorrenza, salvo nei casi in cui più avanti nel testo occorra anche l’infinito, che in questo caso viene posto a lemma; di seguito, tra parentesi tonde, compaiono le forme flesse (inserite tra parentesi tonde; tra parentesi quadre è indicata la forma all’infinito e la traduzione);
– i sostantivi, gli aggettivi e i pronomi del vigatese sono indicati a lemma così come compaiono nella prima occorrenza (salvo i casi in cui poi occorra la forma del maschile – o del femminile – singolare, che in questo caso viene posta a lemma); tra parentesi tonde, quando ritenuto utile, si riporta la frase in cui sono inseriti e che ne disvela il senso; tra quadre è indicata la traduzione;
– i titoli (compresi quelli dei periodici) sono resi con il corsivo.