pistiàre
pistiàre (pistiare, pistiàva, pistiato, pistìano, pistii) (Mia madre me l’aveva detto, me l’aveva pistiato e ripistiato; p.e ripistiare; La vecchia pistiàva dentro un mortaro) [pestare, schiacciare; insistere, incalzare; rimuginare. Il verbo pistiàri ha il significato di ‘mangiare’ (“sinonimo odioso di Manciari, usato per vilipendio verso chi ingoia troppo, si vale di quello di altrui, come suo, o pretende per piccoli servigii rimunerazione strabocchevole” Mortillaro). Camilleri gli attribuisce il valore di pistàri, ‘pestare’, tanto in senso materiale, quanto in quello figurato di ‘ripetere ostinatamente’, ‘insistere’, ‘rimuginare’, come si coglie dalle seguenti occorrenze: “l’errore lo faceva quello come lui che stava a pistiare e a ripistiare una storia vecchia” FF 105; “con ai piedi un paro di scarpe ferrate, Pirrotta pistiàva, firriando torno torno le pareti del palmento e battendo forte i piedi per terra” SC 75; “spalava e rivotava la racina dentro il palmento in modo che Natale potesse pestarla meglio; arrunchiava in un angolo quello che era stato bono pistiato per passarlo dopo al torchio” SC 75; “si mise le scarpe ferrate di Natale e cominciò a pistiàre” SC 76 (in un ricordo della vendemmia nella campagna del nonno, Cammilleri attribuisce a chi “pistia” l’uva, il nome di “‘pistiaturi’ e così descrive l’operazione della spremitura: “Le ceste, una volta riempite di grappoli, venivano caricate sui muli, portate in una parte del baglio dove c’era il palmento e scaricate dentro. Allora entrava in azione il ‘pistiaturi’, che era un contadino calzato di pesanti scarponi chiodati e che, per prima cosa, con un forcone, distribuiva uniformemente i grappoli sul pavimento del palmento” TNR 140; “Coperto interamente il pavimento da un tappeto di grappoli, il ‘pistiaturi’ cominciava a camminare torno torno al palmento, battendo forte i piedi, in cerchi concentrici sempre più piccoli, per spremere il più possibile di succo dai chicchi” TNR 141); “Parlavamo. E io sto adesso a pistiare e ripistiare quello che mi diceva o m’accennava” CT 210; “La vecchia pistiàva dentro un mortaro” LM 73; “qualcuno potrebbe domandarmi perché mi ostino a pistiare e a ripistiare sempre nello stesso mortaio” CTL nota copertina; “È da stamatina all’alba che pistii nel mortaro…” CTL p. 87; “Il vecchio non replicò e il commissario ripigliò a pistiàre con le stesse domande” AM 162; “su ogni parola di quel discorso egli pistiava e ripistiava” RG 30; “non ce la fece più a restare corcato pistiando e ripistiando sulle parole scangiate con Mimì” GB 21; “Quindi allato, e in posizione sopraelevata, doviva macari esserci un palmento, il loco indovi la racina viene pistiata” PR 169; “Pirchì voliva continuari a pistiari nel mortaio!” ED 175; “una stuoia collocata vicino al palmento dove si pistiàva l’uva” GS 29; “Montalbano col pugno mancino pistiava al cazzottatore” GSC 13; “s’addunò che qualichi filera di spiche era stata abbattuta e pistiata, sino a formari come un caminamento” CF 204; “era evidenti che le spiche pistiate erano state tutte spizzate” CF 204; “Provava ’na speci di disagio, come se non arriniscisse a pistiare supra i tasti giusti” ACF 187; “attrovò un pizzino e pistiò sulla tastera del tilefono” ACF 267; “«Allora videmo d’addimannari aiuto al computel» fici Catarella, accomenzanno a pistiare supra alla tastera” RP 225; “Catarella pistiò ancora” RP 225; “accomenzava a pistiare novamenti supra ai tasti” RP 227] FF 105; SC 75, 76; BP 54; CT 210; LM 73; CTL 87; CTL1.
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