stigliòlo

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stigliòlo [intestino; membro virile; “Stigghiòla, s. f. si dice il budello attorcigliato coll’omento per lo più dei capretti, agnelli, e castrati, e sin’anco di polli. 2. Per sim. cosa lunga più del giusto” (Mortillaro); “stigghiola f. […] pietanza costituita da interiora e part. budella di capretto, di agnello e anche di pollo, preparate ad involtino con l’omento […] 6. pene dell’asino e di altri animali domestici […] 7. estens. membro virile […] fari tirari la s. a unu far soffrire la fame a qualcuno, facendolo stare a lungo senza cibo” (Piccitto). “Se detta al maschile, assume il significato di «uomo lungo e sciocco» […] Comunque sia, nel suo valore alimentare la parola è ampiamente diffusa nel Meridione d’Italia, al maschile e al femminile” R. Sottile, Le parole del tempo perduto, Marsala, Navarra editore, 2016, p. 75. “Stigliole salsicce soppressata coste gelatina lardo, ah, l’abbondanza di quest’anno” V. Consolo, Il sorriso dell’ignoto marinaio, Torino, Einaudi, 1976, p. 61; “fumi di fritture di panelle, mèuse, arrosti di stigliole” V. Consolo, Retablo, Palermo, Sellerio, 1987, p. 21. Camilleri usa ‘stigliolo’ – al maschile – tanto nel senso di ‘intestino che prova crampi a causa della fame’ (“stava tirando lo stigliòlo, vale a dire sentiva una fame che gli torceva la panza” LM 38), quanto, e prevalentemente, in quello di ‘membro virile’, tanto con riferimento agli esseri umani, quanto ai cavalli: “Com’era possibili che un picciliddro di se’ anni avesse uno stigliolo quanto quello di un omo?” PRM 15; “Marietta pinsò che, a riposo, lo stigliolo di Balduzzo era preciso ’ntifico a quello di Michilino” PRM 26; “la testa dello stigliolo di Michilino” PRM 217; “circava d’allontanari lo stigliolo con una culata, ma alla fine si veniva a truvari peggio di prima” PRM 217; “Marietta pigliò lo stigliolo nel parmo della mano” PRM 219; “Marietta allungò la mano, pigliò in putiri lo stigliolo” PRM 219; “E ora che ci fai allo stigliolo, strunziceddru?” PRM 262; “La lampo dei jeans era aperta, lo stigliolo gli pinniva tra le gambe” LC 31; “oggi come oggi farsi sorprendere con lo stigliolo esposto non sorprendeva cchiù nisciuno” LC 96; “macari il cavaddro, vidennola, aviva tirato fora lo stigliolo” RPO 131. Al termine ‘stigghiola’, invece, attribuisce il significato di griglia, graticola, come si evince dalle due occorrenze presenti nella Calza della befana: “«La sapi qual è la morte degli sgombri?» spiò Fazio. «Arrostuti». «Esattamenti, e io li saccio fari boni assà. Vossia ci l’avi ’na stigghiola?». «Certo! Vattilla a pigliari in cucina». Fazio annò e tornò con la griglia ’n mano” CB 22; “Doppo ’na decina di minuti i quattro sgombri sulla stigghiola mannavano un sciauro che arricriava le nasche” CB 23] LM 38.